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È stato davvero un bel viaggio!

L'essenza vera del Festival Italiano dei Giochi era l'inscindibilità, la contemporaneità, il mutuo intersecarsi delle sue varie sezioni: momenti di svago e riflessioni culturali, premi e concorsi, gare di tutti i tipi e proposte d'avanguardia, case editrici e personaggi dello spettacolo e della cultura. Si era presi da una sorta di vertigine da abbondanza. E l'apice lo abbiamo raggiunto a Gradara, fra il 1991 e il 1993, con una cavalcata wagneriana. Chi c'è stato non se lo può dimenticare.

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Tra le piazzette si snidava la “ludoteca centrale” con migliaia di giochi per tutti, davvero per tutti, perchè il Festival non era solo il raduno nazionale degli addetti ai lavori, strizzava anche l'occhio ai curiosi, ai non esperti, a chi del gioco non sapeva ancora nulla. Entravi a Palazzo Rubini Vesin e accanto alla sezione informatica che presentava lo stato dell'arte delle nuove tecnologie trovavi una mostra sui libri antichi di giochi. Passavi per il campiello e trovavi l'angolo di Archimede, con gli inventori che mostravano i loro prototipi. Ti alzavi presto la mattina e trovavi la rocca invasa da migliaia di bambini delle scuole; erano i primi di settembre e per alcuni bambini di 1ª elementare la visita al Festival è coincisa col primo giorno di scuola: quello sì che era un imprinting! Entravi in municipio e trovavi un convegno di tutte le associazioni nazionali di gioco. Facevi una passeggiata sotto le mura e incontravi gente in costume che duellava tra i tavoli delle qualificazioni ai campionati di un'infinità di diversi giochi. Nel teatrino, al termine di una conferenza spettacolo,  potevi immergerti in un gioco di ruolo multimediale. Ti bevevi un bicchier di vino alla Cantina degli Armigeri e ammiravi i concentratissimi giocatori di Go. Andavi a mangiare al Mastin Vecchio ed erano in corse le finali di vari Campionati Italiani. Giravi per il centro storico e ti imbattevi negli stand di tutte le maggiori case editrici italiane di giochi, tutte concordi nel sostenere quel meraviglioso Festival (beh, a dire il vero proprio tutte no, ce n'era sempre una che faceva sempre i capricci perchè voleva i servizi senza pagarli, indovinate quale!). Entravi nella superba Rocca Malatestiana ed erano in corso le premiazioni del Gioco dell'Anno. E poi ancora, ancora, ancora, fino al mal di testa.

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Eravamo così appassionati del nostro lavoro, così presi da quello che stavamo facendo, che non ci curavamo abbastanza delle condizioni al contorno, soprattutto degli aspetti economici e commerciali, noiosi, ma purtroppo di vitale importanza. Insomma, per dirla proprio tutta, eravamo una eccezionale squadra di... sprovveduti. Forse se avessimo cooptato una persona di marketing saremmo durati più a lungo; forse era destino che quella magnifica esperienza di un decennio si esaurisse. Nato al Casinò di Venezia nel 1990, il Festival Italiano dei Giochi è stato 3  anni a Gradara (dal '91 al '93) per poi approdare nel 1994 nell'enorme complesso fieristico (10.000 mq) di marina di Carrara; l'ultimo botto in grande stile è stato a Urbino, con un'edizione che ha coinvolto tutto il centro storico di una delle città più belle d'Italia. Il “viaggio” si è poi concluso a Cagli, dove dal 1998 al 2000 si sono svolte tre graziose edizioni di Festival in miniatura.

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Quel “viaggio” mi ha dato l'occasione di approfondire l'amicizia con l'indimenticato Sebastiano Izzo, una persona davvero “speciale”, per nulla toccato dai consueti schemi sociali; quel “viaggio” ha trasformato l'impareggiabile Dario Zaccariotto da semplice collaboratore a socio titolare di studiogiochi; quel “viaggio” mi ha fatto scoprire, attraverso gli occhi curiosi di Roberto Flaibani (ah, quanto mi divertivo a chiamarlo Flaib-culi) le dimensioni fantasy e tecnologica del gioco; quel “viaggio” mi ha fatto incontrare un'infinità di personaggi interessanti, da Marco Danè a Mario Rosati, da Sergio Valzania a Paolo Fasce, da Beatrice Parisi a Michele Comerci, da Erasmo Lesignoli a Corrado Giustozzi.

È stato davvero un bel viaggio!

Dario De Toffoli, Venezia, gennaio 2007


Sebastiano Izzo presenta il Festival Italiano dei Giochi: